Laguardia – Arantzazu – Onati

Data: 17 – 18 agosto 2018

Luogo di partenza: Laguardia

Luoghi intermedi: Arantzazu,

Luogo di arrivo: Onati

Km percorsi: Km 131+10

Spesa giornaliera: € 56,06 + 19,50

Way points: sosta notte (arantzazu): N 42 58,898 W 2 24,195

Resoconto

Mentre l’intera giornata del venerdì 17, è stata dedicata a nulla di più che il trasferimento verso nord, da Laguardia verso Arantzazu, a causa della pioggia e del freddo, la giornata successiva , ci siamo recati a visitare il moderno monastero omonimo della cittadina.

Alla fine del 1400, un pellegrino aveva trovato una statua della madonna, nei cespugli di questa zona e, negli anni ‘50 , venne costruito un monastero, proprio sul luogo del ritrovamento.

L’edificio e il suo campanile, che risultano essere un mix fra avanguardia e devozione, colpiscono per come sono stati costruiti: la facciata esterna della chiesa e della torre, è in pietra, formata da tanti sassi appuntiti a forma di diamante ( sembra un gigantesco toblerone).

Sopra la porta di ingresso,si trova la statua “astratta” della pietà e, più sotto, gli apostoli tutti in fila.

Una volta entrati nel monastero, si ha la sensazione di essere entrati direttamente in un eremo di montagna .

Le pareti sono interamente costituite da sassi mentre, sui due lati della parte centrale, ci sono strutture in legno .

Di legno, sono pure le panche , semplici e disposte al centro della navata.

Nelle due ali, a circa dieci metri di altezza, ci sono vetrate dalle forme irregolari, colorate con il tono prevalente dell’azzurro, che permettono alla luce di entrare e creare un suggestivo mix di luce ed ombra.

Altra luce penetra anche dal soffitto sopra l’altare , ad illuminare il muro arrotondato che costituisce il retablo maggiore.

L’elemento decisamente più suggestivo della chiesa, è proprio il muro tondo dietro all’altare , costituito da 600 metri di legno sagomato scolpito e dipinto a tinte naturali , per portare all’interno della chiesa la forma della montagna che è protagonista del paesaggio esterno.

Al centro di questo enorme muro , che sembra una montagna, a diversi metri di altezza, si trova una nicchia , come fosse una grotta, che ospita una piccola vergine .

Una croce con il cristo in dimensioni reali , è posta da un lato sull’altare .

Dietro al muro dalla forma a semicerchio, un corridoio permette di camminare dietro all’altare.

Al momento, la Caritas ha creato, in questo corridoio, tanti piccoli spazi con cartelli e oggetti a rappresentare varie situazioni in cui , la carità , dovrebbe prevalere negli animi umani.

Sul lato della navata, una porta in legno permette l’accesso ad una piccola stanza di dimensioni 3×10.

Si tratta di una cappella con sgabelli in legno dalla forma stilizzata e pitture sul muro nei toni dell’ocra ; nell’ambiente, si trova anche una croce ed un piccolo altare in legno , che sembra più una scrivania.

Il coro della chiesa, si trova sopra la porta di entrata insieme al grande organo moderno , che occupa tutta la parete.

I confessionali sono sempre costruiti nella stesso legno e sono integrati nei due lati della navata .

Usciti dalla chiesa, una scala porta alla cripta sottostante .

Cominciato negli anni cinquanta, ma terminato negli anni ottanta, questo ambiente ha le pareti integralmente decorate da dipinti astratti che stanno a rappresentare gli uomini nel loro percorso, dalla vita pagana al cristianesimo ( lo so solo perché era scritto nell’opuscolo ma , personalmente, dei dipinti , non ho colto l’interpretazione).

Molto inquietante anche il grande Cristo in croce , disegnato nei toni del rosso, dietro ad un banco che rappresenta l’ altare : sembra quasi un manifesto comunista dell’epoca di Stalin!

Due ceri posti in teche, a lato dell’ingresso, danno l’ultimo tocco d’avanguardia a questa singolare cripta che, a differenza della chiesa, piuttosto che trasmettere pace e serenità , a me, ha trasmesso inquietudine !

Intorno alla chiesa , lungo la strada, si trovano alcune taverne ed un hotel per i pellegrini nella cornice di un paesaggio collinare spettacolare, nonostante ci sia un tempo infernale, che non ci permette di ammirare appieno, il panorama.

In questa zona, a pochi chilometri dal santuario, ci sono un insieme di grotte visitabili .

Inoltre, ci sono tantissime opportunità di camminate , nell’area circostante ma, visto il cielo coperto e le temperature fresche ( questa notte è sceso a 13 gradi), rinunciamo a fare trekking.

Rientrati sul truck, pranziamo e poi ci spostiamo a Onati, il paese che dista circa 10 km.

Parcheggiato nell’area sosta, stendiamo il bucato e andiamo a fare due passi nel centro .

Raggiungiamo la bella piazza del municipio e, più avanti, quello che , una volta , era l’edificio dell’Università , una costruzione rinascimentale, oggi sede comunale.

Durante la settimana è possibile visitare il cortile dell’edificio, che rimane chiuso nei we.

Sono le 17 quando ci troviamo in giro per le strade del paese ma, tutto è deserto e i negozi sono quasi tutti serrati, ad eccezione di qualche bar nella piazza principale.

Una cosa che ci colpisce subito è che, tutte le scritte, sono in lingua basca , un idioma completamente differente dal castigliano e a noi incomprensibile (come dice Davide , ci sono un sacco di K e di Z !).

Avevamo già notato che lungo le strade di questa area della Spagna , le indicazioni erano in entrambe le lingue ma, nel villaggio, sembra di trovarsi in un’altra nazione ( i Paesi Baschi!).

Per oggi è tutto….buona serata!

Luoghi di interesse: Arantzazu : convento e grotte

Percorso in sintesi: Strada nazionale

Condizione delle strade: buone

Stazioni di servizio (carburante, acqua, gas): Sufficenti

Reperibilita’ servizi (bar, ristoranti, camping): Sosta selvaggia in parcheggio monastero

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