Data: 6 – 8 settembre 2014
Luogo di partenza: sosta a venezia
Luoghi intermedi: mestre
Luogo di arrivo: milano
Km percorsi: 290 km
Spesa giornaliera: euro 78,64+138,24+41,08 (tot 257,96)
Way points:
Resoconto
Premessa
Il racconto che segue e’ stato scritto, a posteriori, il giorno 9 settembre, mentre sono seduta al pronto soccorso dell’ ospedale Galeazzi di milano, e illustra le nostre peripezie, fino alla giornata di ieri. Per il rapporto del giorno 9 , vedere il relativo diario.
Chi viene a Venezia per …passare la giornata in ospedale? Ovviamente noi! Erano ben altri i piani per la giornata odierna che prevedeva , nel pomeriggio, una bellissima ed inusuale visita all’isola di san Erasmo, una lingua di terra con circa quattrocento anime, dove si vive ancora come una volta e, i nuovi arrivati, anche se sono di Venezia , vengono chiamati “gli albanesi”, per indicare che non sono dell’isola. Ce lo raccontava ieri sera, Davide, il giovane cugino di Christian , che da pochi mesi, ha fatto la scelta di dedicarsi alle coltivazioni biologiche e, preso un pezzo di terra in affitto , ha cominciato con un suo amico, a fare “il contadino”. Verdure senza additivi o pesticidi, colte al momento giusto e consumate subito, dal gusto dimenticato di una volta …ecco quello che propongono questi due giovani che, solo nel 2013, si occupavano di ben altro. Una scelta di vita coraggiosa ma anche ambiziosa e tanti progetti per il futuro, che non si fermano solo a quello che hanno cominciato a fare, gia’ con discreto riscontro. Ebbene, oggi volevamo andare a vedere con i nostri occhi , il duro lavoro dei due giovani, allietati da assaggi di verdure e , perche’ no, anche da una grigliata , questa sera ma , il destino , ci ha riservato qualcosa di differente. Al risveglio , verso le nove, Davide , mio marito per intenderci, ha cominciato ad avere acuti dolori che partivano dal gluteo e arrivavano fino alla caviglia , sulla parte posteriore dell’arto destro. Vedere Davide il quale, raramente richiede le cure dei medici, pregarmi di chiamare l’ambulanza, mi ha dato da credere che, il dolore, era veramente intollerabile. Il pronto soccorso di Mestre dista dal camping solo cinque chilometri ma, essendoci parecchio “lavoro” l’ambulanza ci ha messo quasi un’ora ad arrivare , anche sapendo che non si trattava di un caso urgente. Giunti finalmente i soccorsi, ci hanno prospettato due scelte: o ci portavano subito in pronto soccorso, a fare file di ore, oppure provavano a fare una punturina per vedere se l’attacco acuto di dolore, passava. Abbiamo optato per la seconda soluzione, cercando di vedere il ” bicchiere mezzo pieno” ma, dopo due ore di continui dolori che non hanno assolutamente dato segno di voler diminuire, ho chiamato un taxi e ho portato Davide al pronto soccorso. Non vi voglio fare lunga la storia ma, dopo ore di coda prima per l’accettazione e poi per la visita, siamo passati in primis dall’ortopedico che ha fatto fare dei raggi, dopo aver visitato mio marito e affermato che temeva ci fossero problemi alla schiena e poi, altre ore per avere il responso della radiografia e sentirsi dire che, con quella, non si vedeva nulla, salvo il fatto che ci hanno detto che la schiena, non era messa bene e ci poteva essere uno schiacciamento fra le vertebre che causava una ernia del disco! Essendo il primo episodio di queste manifestazioni di dolore, dopo averci lasciato altre ore nei corridoi, in attesa di una visita da parte della dottoressa che si occupava di neurologia, un altro medico ha spiegato a Davide che, per essere certi del referto, occorreva fare una Tac o una Risonanza magnetica , perche’ i raggi non dicevano molto (cazz…perche’ non la fate sta RM ? Bho!) ma per il momento gli forniva una terapia con il cortisone, per una decina di giorni e poi….vedremo. Ci lascia in attesa del referto scritto e, dopo una decina di minuti, appare la fatidica dottoressa ( che mi sembrava alquanto stordita), la quale, in maniera del tutto poco chiara , farfuglia cosa dovremmo fare , leggendo un foglio, senza neppure capire bene, cosa legge, e ci dice che possiamo andare ! Tentando di mantenere la calma , faccio presente che mio marito e’ da sei ore che aspetta che gli venga dato qualcosa per calmare i dolori e che non sta urlando davanti a loro ( ma solo con me quando non c’e nessuno) solo per mantenere un briciolo di dignita’ maschile. -” ah…sta male “- e’ la domanda ebete che la dottoressa rivolge a davide , che le risponde con uno sguardo allibito. ” ah…allora comincio adesso la terapia e le faccio fare la prima puntura di cortisone”- . Detto cio’ , mi molla un foglio in mano con il responso e se ne va. Sopraggiunge una infermiera che buca la chiappa di Davide mentre io leggo il foglio e, chiedo cortesemente alla signorina se fosse possibile avere le ricette, per andare a prendere le medicine, essendo noi di milano e non di mestre e dovendo cominciare la terapia, il giorno dopo. L’infermiera, che gentilmente si assenta per andare a chiedere , ritorna dopo pochi minuti dicendo che le e’ stato risposto di no, e di andare in guardia medica. Alquanto adirata ma non sorpresa, chiamo un taxi e mi faccio portare in farmacia ma, essendo sabato, abbiamo dovuto andare a quella di turno perche’ non erano tutte aperte. In farmacia, spiego che siamo di un’altra citta’ e che, assolutamente mio marito deve fare le punture, pertanto ho bisogno dei farmaci , mostrando il foglio con la prescrizione dell’ospedale. La farmacista mi risponde che loro non possono dare i farmaci senza la prescrizione del medico e, solo dopo le mie proteste, dicendo che quello era un foglio di un ospedale e non carta di quaderno, acconsente a darmi la terapia per due giorni ma, ribadendo che e’ a suo rischio e pericolo e facendosi la fotocopia della prescrizione ospedaliera. A questo punto rientriamo in campeggio e metto Davide, dolorante, a letto decidendo di partire il giorno successivo per milano. Dovro’ guidare io fino a destinazione, dopo aver fatto tutti i preparativi per la partenza tipo mettere il quad sulla pedana, mettere via sedie e tavoli ecc., Il giorno successivo, dopo una notte in bianco per i dolori, ci alziamo e , guidata dalle indicazioni, comincio a fare tutti i lavori che normalmente compie lui, riuscendo a partire verso le 10,30. Giunti a milano nel pomeriggio, ci sistemiamo in una piazza vicino casa , in un parcheggio, per evitare di portare il truck in campeggio, visto che dobbiamo portarlo, al più presto, a Parma per il salone del camper. Dopo essermi occupata dei cani, scarico nuovamente il quad e , insieme a Davide che non riesce assolutamente a restare in piedi, andiamo nel box per recuperare il Pajero con la maggiolina , che ci servira’ a parma, per dormirci dentro mentre il truck sara’ in esposizione. Voi direte ma qual’e’ il problema? Perche’ viene anche il dolorante marito? Beh, dovete sapere che per tirare fuori il pajero con la maggiolina dal box, occorre innanzi tutto mettergli la batteria che gli e’ stata levata x evitare che si scaricasse, sgonfiare tutte le gomme posteriori fino quasi a terra, per portarlo fuori dalla porta che e’ piu’ bassa della macchina e, rigonfiare con il compressore le suddette gomme, per poterlo guidare, una volta estratto dal garage. Tutte cose che ha sempre fatto lui e non io ! Quindi occorre che, almeno, mi dica come fare, anche se non puo’ aiutarmi fisicamente piu’ di tanto! Fra un mugugno e l’altro, in una oretta facciamo tutto e poi, torniamo al truck dove, i due pelosi ci stanno aspettando. Non ce la faccio a cucinare quindi vado a piedi a comperare una pizza d’asporto e, dopo la puntura , verso le undici, mi impongo di dormire anche se Davide si rigira nel letto, tipo ” cotoletta impanata”, alla ricerca di una posizione, che allevi il suo dolore . E siamo giunti alla giornata dell’8 quando, presa la tessera sanitaria, ci ricordiamo che , essendo Davide residente a Bologna e non a Milano, la tessera annuale per il medico nella mia citta’ , e’ scaduta e quindi, senza quella, lui non ha nessun medico qui! Presa l’auto , mi carico il marito e corro alla USL di città studi, dove avevo telefonato per chiedere gli orari e mi avevano risposto omettendo di specificare che, questo tipo di servizio, viene effettuato solo il martedi e il giovedi. Appreso questo piccolo problema, ci rechiamo alla USL di via Andrea Doria, in Loreto, sempre aperta anche di sabato (mentre guidavo, invece dell’autoradio, ho ascoltato le bestemmie cantate di Davide). Giunta in Loreto, lascio la macchina in parcheggio e mio marito in macchina sperando, inutilmente, che non fosse necessaria la sua presenza. Coda di 30 persone e , giunta davanti allo sportello, mi viene detto che serve il modulo firmato da lui. Spiego che e’ in macchina che sta male e mi dicono di farlo salire. Non vi descrivo l’espressione di Davide quando, claudicante , e’ apparso sull’uscio della porta ma, la signora, guardandolo, ha chiesto scusa, spiegando che era indispensabile ! Finalmente , con il foglio in mano, ho riportato mio marito al truck, passando dall’assicurazione, per ritirare i documenti che mi permettevano di attivare la pratica relativa all’auto che stavo guidando, che viene normalmente sospesa per non pagare, quando non viene usata. Solo in quel frangente ci accorgiamo che , il collaudo e’ scaduto …fantozziano! Corriamo dal nostro meccanico di fiducia e fortunatamente ci garantisce di potercelo fare domani. Ora mi manca solo di andare dal medico a fare le ricette! Alle tre del pomeriggio , orario di apertura dello studio, suono il campanello e, mi trovo davanti la classica banda di vecchietti che , forse perche’ hanno veramente bisogno o forse perche’ non hanno una cazz da fare, vanno dal dottore a chiacchierare per ore ! Sconfortata, attendo il mio turno e, quando tocca a me, entro dal medico che mi prepara le ricette. Oooooh! ce l’ho fatta, ora mi sento piu’ tranquilla, posso andare in farmacia …ma prima passo a salutare mia madre che abita proprio vicina al dottore. Dopo quattro chiacchiere e il racconto delle nostre “dis – avventure”, prendo in mano le ricette e mi accorgo che, il medico, non mi ha dato la cura completa , per tutto il periodo. Caz…ma io devo andare a Parma…non posso ritornare a rifare le ricette fra una settimana ! Agitatissima, salutata di fretta la mamma, corro alla farmacia piu’ vicina, a farmi dare le scatole prescritte e farmi dire, da loro, quante ne mancano. Solo li, finalmente, trovo un angelo di dottore che, spiegatogli il problema , con uno smagliante sorriso consolatore e un tono rinfrancante della voce, mi dice che sono stati proprio poco carini con me e mi spiega che, con la prescrizione dell’ospedale, loro possono dare le medicine prescritte, senza andare dal medico. Questo comporta un minimo di burocrazia e qualche firma, ma e’ assolutamente possibile ! Non ci posso credere ! Ho fatto trecento chilometri da Venezia a Milano e corse a destra e sinistra quando era possibile avere le medicine con il foglio dell’ospedale ! Sono disgustata dalla noncuranza della gente rispetto ai problemi del prossimo ! Ringrazio infinitamente il gentile farmacista che mi ha risolto i problemi e , con il mio pacchettino di medicine e siringhe, torno a casa dal mio amore !
E poi non ditemi che non faccio una vita avventurosa ! ….adesso, se tutto riprende ad andare per il verso giusto, domani o dopodomani, appena Davide se la sente, partiamo per Parma con l’auto e il truck.
Luoghi di interesse: A
Percorso in sintesi:
Condizione delle strade:
Stazioni di servizio (carburante, acqua, gas):
Reperibilita’ servizi (bar, ristoranti, camping):
Indirizzi utili:
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