Sempre…sosta a Marrakech

Data: 20 – 25 aprile 2014
Luogo di partenza: sosta Marrakech
Luoghi intermedi:
Luogo di arrivo:
Km percorsi:
Spesa giornaliera:
Way points:

Resoconto
Eccomi di nuovo a voi, numerosi amici che seguite le nostre avventure e che, in questo momento, vi godete qualche giorno di riposo fra le feste pasquali , la festa della liberazione e quella dei lavoratori. Noi siamo ancora, sempre qui, come due pensionati (poco viaggiatori), all’ Ourika camp a dieci chilometri da Marrakech. Chi ha seguito i nostri racconti sa che, questa lunga sosta stanziale, e’ stata necessaria per permettere a me di ritornare in Italia e a Davide per ottenere il prolungamento del visto di almeno un mese, avendo noi la partenza della nave, prenotata il 10 maggio (quindi oltre i tre mesi dal nostro arrivo in terra marocchina).
Vi avevo lasciato raccontandovi le peripezie burocratiche che stavamo affrontando per ottenere il documento e che, solo ieri, Davide e’ riuscito ad avere. Alle volte ci domandiamo se , i gendarmi lo facciano apposta oppure se siano un po’ stupidi. Ricordate che avevamo raccontato che, il documento, ci sarebbe stato consegnato solo il giorno 24 c.m. , data della scadenza del primo visto di ingresso, quindi ieri, alle ore 10, mio marito si e’ recato negli uffici appositi con la timida speranza che ponessero il timbro, sul passaporto. Dopo una quindicina di minuti , io, che nel frattempo ero andata ad “annoiarmi” della brezzolina fresca, sotto il sole a bordo piscina,lo vedo ritornare e, tutt’altro che esultante , farmi segno negativo con la mano. Il comandante, beccato sull’uscio mentre si stava allontanando dagli uffici, gli ha detto di tornare all’1 del pomeriggio. Poco male, ci godiamo un po’ di sole insieme ai cagnacci sul verde prato , praticamente gli unici ad usufruire di questo paradiso, lontano dalla calca che, in questi giorni, popola la citta’ . A proposito: evitate, per quanto possibile, di andare nelle citta’ famose, quando ci sono le feste “turistiche”. Il fascino misterioso di Marrakech, in questi giorni, in cui e’ stata presa d’assalto da orde maleducate di turisti europei, anche moltissimi italiani, e’ totalmente stravolto. Come era gradevole aggirarsi nelle stradine del souq , popolato solo da gente locale e da qualche sporadico turista , invece che farsi strada a gomitate fra gente parlante lingue diverse che, come pecore seguono la guida riconoscibile da badge appuntato sulla camicia che, talvolta , come nelle peggiori raffigurazioni, sventola la bandierina per farsi vedere anche dall’ultimo della chilometrica fila. Terribile ! Volevamo andare a visitare il palazzo Bahia, una dimora fastosa e ben restaurata di un gran visir con stanze per quattro mogli e ventiquattro concubine ma siamo fuggiti, per la folla che si accalcava all’entrata. Pure la piazza Djemaa el Fna e’ troppo caotica e snaturata anche se forse, molti , la riconoscono essenzialmente per il suo aspetto estremamente “commerciale” e non si accorgono della sua bellezza urbanistica con edifici particolari e terrazze panoramiche.
…ma mi sono persa nel discorso…vi stavo dicendo che, insieme a mio marito ho trascorso qualche ora in piscina e poi, una decina di minuti prima dell’una, Davide e’ ri-tornato alla gendarmeria. Nel dubbio di un leggero ritardo, ho preferito non cucinare , con l’idea di mangiare qualcosa di veloce al suo rientro ma, passano i minuti, passano le ore, ….nessuna notizia! Alle 16,30 del pomeriggio, quando mi ero da un po’ rintanata nel truck, in cerca di frescura, dopo ore sotto il sole e la pelle cotta a puntino, sento in lontananza il rombo del quad. Si spalanca la porta del truck e..una serie di improperi riempie il piccolo ambiente rimbombando come se ci fosse un eco! Voi non ci crederete ma, mio marito e’ rimasto ad attendere tre ore il documento , dopo aver ricompilato la stessa carta di una settimana prima e, solo quando, spazientito, ha chiesto perche’ nessuno gli consegnasse quanto si aspettava, gli e’ stato risposto che serviva la firma del comandante che era fuori, al momento. Estremamente spazientito, ha chiesto quando sarebbe rientrato e gli e’ stato detto di tornare alle 18!
Mentre Davide mi stava raccontando quanto sopra, infarcendolo di parolacce e aggettivi irripetibili nei confronti dei gendarmi, si e’ accorto, tastandosi le tasche, di non avere piu’ il suo inseparabile oggetto del desiderio, dopo il computer, l’i-phone. Dove poteva averlo lasciato visto che lo tiene perennemente in mano? Alla gendarmeria? Al negozio dove aveva comprato il pane? Bho? Acchiappato il mio telefono, (io ho sempre avuto gli scarti suoi o di mio papa’ quando passavano al modello piu’ innovativo), ha composto il suo numero per vedere se suonava e, dopo un po’ di squilli, ecco una voce rispondere dall’altro capo. In un francese abbastanza italianizzato, Davide ha cercato di chiedere dove si trovasse il telefono ma, non riuscendo a farsi capire, e’ corso da Rachid , il portiere del campeggio che , parlando in arabo, ha compreso che, poche centinaia di metri dal campeggio, il cellulare era volato letteralmente dalla tasca posteriore dei jeans mentre davide rientrava, a tutta birra sul quad, ed era stato raccolto dal marocchino che stava parlando (non un italiano, fortunatamente, visto che questa esperienza era gia’ accaduta a milano, tempo fa, ma non con lo stesso esito positivo).
Presa la macchina con Rachid , mio marito, si e’ recato a riprendersi il suo cellulare elargendo una mancia ad entrambi, felice che, se da una parte stava impazzendo per la burocrazia, dall’altra riceveva l’ennesima dimostrazione di onesta’ del popolo piu’ semplice che, anche se si trovava per le mani l’ultima generazione di i-phone, non gli era neppure passato per la mente, l’idea di impossessarsene.
Non so se per merito di questo felice esito di ricongiungimento fra l’uomo e il suo amato cellulare o semplicemente che, un paio di ore , avevano fatto sbollire la rabbia, Davide con l’espressione -“vado, li uccido, e torno..se non mi arrestano!”- a bordo dell’utilissimo quad, si e’ recato per l’ennesima volta , alla gendarmeria.
Non pensate al meglio …non e’ ancora finita ! Giunto sul posto, chiedendo del permesso, gli e’ stato risposto che il comandante, ora ,era ad una manifestazione dell’areonautica militare ! A questo punto, credo, che l’espressione facciale di mio marito sia bastata al vice comandante che , inteso che rischiava di essere letteralmente ucciso dal mio piccolo ma feroce compagno di vita (se c’erano i miei pit bull erano meno rabbiosi), ha fatto una telefonata al comandante che lo ha autorizzato a timbrare, senza la sua presenza, il foglio che affermava che era stata richiesta l’autorizzazione al visto, valido fino al 24 maggio.
Incredibile! Se mai dovessimo aver bisogno di un prolungamento del documento di soggiorno, sicuramente non verremmo piu’ a farlo qui ! (Un altro ospite del Ourika camp ci ha detto che ad Agadir lui non ha avuto tutti questi problemi ).
Un bel tajine di verdure e uova, ha concluso la giornata in maniera positiva e oggi, festa della liberazione, noi ci siamo liberati del peso di questa incombenza e siamo finalmente liberi di ripartire per i nostri giri, in direzione nord, purtroppo, visto che ci avviciniamo sempre di piu’ alla data di partenza da questo magnifico paese. Oggi, sempre comodamente sdraiata sui lettini della piscina, ho studiato l’itinerario da percorrere, buttando giu’, su un foglio, i nomi dei luoghi da passare e dove soffermarci per una visita . Le cascate di Ouzoud a 170 km a nord di Marrakech, saranno la nostra prima tappa. Gia’ visitate nel 2007, meritano di essere riviste ora, nel periodo in cui ci sara’ maggior affluenza di acqua e, speriamo, minor frequentazione turistica, rispetto ad agosto. Data della partenza dal Camp, domenica pomeriggio o lunedì, perche’ domani ritorna anche Jerome dal Sud America e non vogliamo mancare di salutarlo .
Buona festa a tutti, a chi e’ andato in giro e a chi e’ rimasto a casa …ma comunque in vacanza !

– Posted using BlogPress from my iPad

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