Foum zguid – Zagora 2

Data: 17 marzo 2014
Luogo di partenza: sosta nel deserto
Luoghi intermedi: –
Luogo di arrivo: –
Km percorsi: 15 km (quad)
Spesa giornaliera: 0
Way points: –

Resoconto
Anche la notte , nel deserto, ha il suo fascino: ieri sera, con la luna piena, e senza l’inquinamento delle luci artificiali, i nostri occhi vedevano quasi, come fosse giorno. Le stelle brillavano e l’alone intorno alla luna la faceva sembrare una lampada da comodino. Il silenzio totale e il disegno delle dune intorno a HW rendevano tutto piu’ estatico. Nessun rumore ha disturbato il nostro riposo ma questa mattina alle 7,30 un rombo insolito ha squarciato il silenzio. Un elicottero, sollevando un sacco di sabbia, e’ atterrato distante poche dune da noi, scaricando a terra alcuni turisti. Un campo, li aspettava in mezzo alla sabbia, allestito con tende berbere, per creare una fittizia atmosfera selvaggia. La nostra postazione non dista piu’ di cinque o sei chilometri dall’unico villaggio presente su questa pista fra Foum Zguid e Zagora a circa 80 km, e quindi alcuni marocchini transitano, incuriositi, non lontani dal nostro truck per andare a controllare i cammelli nel deserto. Due di questi, su una moto, si sono avvicinati e si sono fermati a chiacchierare, accettando una coca cola e spiegandoci che quelli giunti con l’elicottero, sono turisti, molto ricchi, di una azienda francese, che pagano circa 2000 euro a testa x una notte nel deserto (!). I viandanti ci hanno comunque tenuto a specificare che si tratta di un campo “di lusso”, per gente ricca !!
A noi pare impossibile che ci siano persone che paghino così tanto per venire da Ouarzazate fin qui in elicottero e venir abbandonati sulle dune, per dormire, scomodi, sulla sabbia e provare l’ebrezza di essere nel deserto sahariano (cinque dune dalla pista principale!).
A mezzogiorno ci dirigiamo con il quad verso il villaggio che ospita circa 30 famiglie. Si tratta di una serie di capanne in fango e paglia, strutturate tutte con hammam collegato alla casa, senza elettricita’ o acqua. Nel villaggio c’e’ la moschea e la scuola con ben due maestri, che insegnano alle 6 classi, come ci ha spiegato uno dei due insegnanti, anche lui ospite per il pranzo dall’imman del villaggio. La famiglia del prete mussulmano e’ composta da lui, la moglie Aisha, e tre figli,due maschi , di due e sette anni, e una femmina di sei anni. Ci fanno accomodare in una stanza della casa dove si premurano di stendere delle coperte e dei cuscini , per terra. Un tavolino di plastica viene,poggiato nel centro e, poco dopo viene servito il the accompagnato da un uovo al pomodoro, cotto in padella e dei wafer con noccioline,talmente dure, da procurar lavoro ad ogni dentista ( sempre che ce ne sia uno nel raggio di cento km!). Cerchiamo di comunicare ma la lingua rappresenta il solito problema fino a quando non sopraggiunge il maestro che parla un buon inglese e comincia a tradurre per noi e per loro, ogni discorso. Il padrone di casa e’ un personaggio veramente brillante. Molto arguto e spiritoso, scherza facendo battute in arabo che vengono tradotte dall’insegnante , in inglese. Piu’ volte ci offrono di fare l’hamman prima del pranzo (forse puzziamo ?), mostrandomi uno stanzino buio, senza finestre, chiuso da un telo in plastica che funge da porta sul cortile, dove , all’interno, c’e’ un forte calore dovuto al vapore che fuoriesce da una pentola piena di acqua posta sul fuoco, acceso all’esterno, sotto di essa. Ringraziamo ma rifiutiamo l’invito, sapendo di aver fatto la doccia proprio ieri sera e di non aver sudato tanto da essere maleodoranti!
Il bimbo piu’ piccolo, subisce il trattamento di pulizia da parte di sua mamma che poi ce lo riporta, tutto coperto da vestiti puliti, subito prima dell’arrivo dei due ragazzi piu’ grandi dalla scuola. I fanciulli, molto educatamente, vengono a salutarci con il baciamano, cosa che lascia stupito Davide che, per un attimo, fa volare il pensiero ai ragazzini italiani che, per la maggior parte, fanno fatica a dirti “ciao”.
Ben presto viene servito in tavola a noi ospiti e al padrone di casa, uno splendido piatto di cous cous con carote, fave e pezzi di pollo e caprone. Spero non si tratti di quelli che avevo visto attaccati ad un filo ad essiccare, fuori dalla porta. Mi torna, simpaticamente, il pensiero a Nadia, la moglie di Enzo con i quali abbiamo condiviso un paio di giorni a Marrakech: mai e poi mai avrebbe accettato di pranzare con questa famiglia ! Sarebbe morta piuttosto che pensare di cibarsi di quella carne appesa al filo ….!!!
Il gusto e’ buono e, come mi dicevano sempre i vecchi, “ciò che non strozza…ingrassa”! Sono anche fiera di mio marito che fino a qualche anno fa, come Nadia, non avrebbe mai assaggiato pietanze che non conosceva e che non gli aveva cucinato la sua mamma!
Armati di cucchiaio e senza acqua in tavola per deglutire, ci lanciamo tutti sul piatto e , ognuno comincia a scavare la sua piccola cava nella montagna di cous cous e verdura. I bambini e la moglie non sono ammessi alla tavola degli ospiti, ci spiegano, per una ragione di rispetto e mangiano in un altro ambiente, dopo di noi. Ci sembra strana questa cosa ma poi torniamo col pensiero ai nostri bambini schiamazzanti alle tavole delle case o dei ristoranti, che piangono, giocano o si alzano creando trambusto e…capiamo perche’ qui, quando ci sono ospiti, li fanno mangiare da un’altra parte .
Neanche abbiamo terminato il pranzo che gia’ insistono per averci anche a cena e a dormire in casa loro. Con fermezza, Davide, declina l’invito : non che non ci faccia piacere ma, anche noi abbiamo bisogno di godere della nostra liberta’ e di tornare fra le dune a rilassarci godendoci un tramonto con i piedi affondati nella sabbia ancora calda; e poi HW e’ la nostra casa. Il padrone di casa pero’ , in cambio della sua ospitalita’ , ci chiede di mostrare il truck alla moglie e vorrebbe poter fare un giro con il nostro quad. Per accontentarli torniamo a prendere HW e iniziamo la processione delle visite. Tutti rimangono stupiti dai confort presenti sul truck e, quando vedono la doccia con l’acqua corrente e la lavatrice ….capiscono perche’ non abbiamo accettato di fare l’hammam o di restare a dormire da loro.
Prima di congedarci, la padrona di casa desidera lasciarci un regalo e ci porge un portatelefono in lana e delle presine realizzate da lei. Come sempre, la loro ospitalita’ e generosita’, ci lascia piacevolmente basiti. Ci scambiamo i contatti e poi, grandi baci e abbracci con la promessa di tornare a trovarli se mai dovessimo ripassare da qui. Ci dirigiamo verso il deserto, io alla guida del truck e davide a quella del quad e, giunti alla duna scelta per la sosta, lasciamo HW e ci concediamo una corsa con il quad, per andare a dar noia, ai turisti arrivati con l’elicottero. A poche centinaia di metri, nascosti in un bacino , ecco i tendoni bianchi e un paio di marocchini a guardia dell’accampamento, uno dei quali ci fa cenno di andare dall’altra parte per non disturbare i clienti che stanno camminando sulla cresta di una duna, mentre l’altro, ci saluta sorridendo. Che tristiiiii! Hanno due grandi tendoni dove probabilmente mangeranno e dormiranno e uno piccolo, tutto chiuso, che immagino, funga da bagno ! Ridendo, torniamo verso il nostro mega accessoriato veicolo da spedizione: liberiamo i cagnacci, per farli scorazzare in giro, posizioniamo due sedie su una duna, prendiamo una birra e le patatine “salt & vinegar” e, infilando i piedi scalzi nella sabbia tiepida, ci godiamo un tramonto indimenticabile!
Considerazione: c’e’ chi paga 2000 euro per una notte, in una triste e finta tenda nel deserto, per provare una irreale esperienza che non e’ altro che una trovata commerciale e noi, abbiamo pranzato in una vera casa del luogo, in compagnia di una reale famiglia marocchina , godendo della loro ospitalita’ e sincera amicizia….assolutamente gratis!
Questa bellissima sensazione e’ quello che tanto abbiamo anelato negli ultimi anni e che auguriamo di provare, almeno una volta nella vita, a tutti quelli che sono in grado di poterla capire ed apprezzare.
Ti riempie il cuore e ti fa sentire ricco!

Luoghi di interesse:
Percorso in sintesi:
Condizione delle strade:
Stazioni di servizio (carburante, acqua, gas):
Reperibilita’ servizi (bar, ristoranti, camping):
Indirizzi utili:

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